

Ultimamente non apprezzo molto la musica italiana. La trovo molto statica nei suoi schemi. Ovviamente fatte le dovute eccezioni.
Oggi pomeriggio sto ascoltando l'ultimo cd di Vasco Rossi. Sarò sincera, a me Vasco Rossi è simpatico. Per lo meno mi sembra abbastanza coerente.
Ho tutta la discografia, e si sente che non è giovane. La differenza, coi primi dischi, è evidente. Adesso è un sereno cinquantenne che sa fare il suo mestiere, che sta assicurando a se stesso e ai suoi figli una bella pensione.
L'ultimo disco è uguale a quello prima e a quello prima ancora. Una decina di canzoni con le stesse parole e la stessa musica. Ne spiccano una o due, da inserire in qualche futuro greatest hits.
Le altre canzoni sono maniera bella e buona, e io che ho 23 anni non mi ci sento rappresentata. Non è la mia tazza di the, intendiamoci. Eppure riempe stadi di ragazzini e coetanei miei che hai tempi di Albachiara non erano ancora nati. Cantano le nuove canzoni come fossero le vecchie, presi dai modi spicci e dalla gestualita del buon Vasco.
A me, Antonello Venditti, non è simpatico. Le sue canzoni migliori le ha scritte, credo, quando i miei genitori nemmeno si conoscevano. Siamo sinceri, i dischi di Venditti sono maniera e noia. Eppure ragazzini infoiati ne scrivono i testi sulle strade, si rispecchiano. I film del nuovo filone giovanilistico italiano saccheggiano le sue canzoni.
Venditti, come Vasco Rossi, piace ai giovani. Piacciono per il passato, piacciono per il presente. A me, questi giovani d'oggi, a cui appartengo per fascia d'età ed estrazione sociale, non piacciono proprio.
2 commenti:
sui giovani d'oggi ci scatarro su. tanto per citare uno che poco spartisce con i musicisti citati nel post. :)
d.
il mio cazzo inutile...tanto per citare uno che poco spartisce con i musicisti citati nel post...:)))
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